Come Boccaccio nel Decameron per sfuggire alla peste  fa rifugiare i giovani nella villa di campagna, così io appena saputo della vittoria del concorso, quasi preveggendo la pandemia che sarebbe esplosa in Italia a fine febbraio, a gennaio 2020 mi sono chiuso in un esilio autodeterminato.

Mi ero reso conto che quest’opera avrebbe rappresentato una  parte importante della mia vita di uomo e d’artista è volevo lasciare un segno di bellezza per le nuove generazioni.

Per realizzare i modelli in cartone a grandezza 1:1 dovevo trovare  un grande spazio che mi permettesse di concentrarmi nella realizzazione dei modelli, era quindi importante individuare uno spazio non solo grande, ma che avesse una sua energia e memoria con cui entrare in simbiosi.

Quando Peppe Mele, caro amico, mi disse che non c’erano problemi a utilizzare il cinema cominciai a portare i cartoni che recuperavo in diverse attività della città per iniziare il lavoro di realizzazione dei modelli.

Per chi non conosce l'ex cinema Mele vi dirò che è un vecchio cinema semiabbandonato ma anche uno dei luoghi più suggestivi e belli di Pizzo. Il cinema si affaccia sul costone della città antica con vista spettacolare sul mare e sul golfo di Sant’Eufemia, solo la grande caparbietà di Giuseppe ne ha permesso la sopravvivenza e sporadicamente invita artisti da diverse parti del mondo per realizzare progetti musicali e performance.

Lì sono rimasto quasi 40 giorni fino a quando non hanno bloccato  a causa della pandemia tutti gli spostamenti da fuori comune  lavorando quasi tutte le mattine con la sola compagnia dei cani di Giuseppe: ”Ballerina” e “Cioccolato”,  e il rumore e il profumo del mare.

Il sabato in genere venivano a farmi visita Corrado L'Andolina, sindaco di Zambrone, con cui scambiavamo qualche idea su come evolveva il lavoro, e Nazzareno Suriano per fare delle riprese fotografiche e video.

Fortunatamente avevo già realizzato alcuni modellini in scala in carta e altri in argilla per inserirli nella partecipazione al bando, anche perché data la complessità dell’opera mi ero reso conto che altrimenti sarebbe stato difficile in caso di vittoria  riuscire a realizzare le opere  nel tempo assegnatomi.

Questo mi ha permesso  tranne alcune modifiche marginali a procedere spedito, rimanendo da decidere quale era la tecnica migliore da applicare per la realizzazione dei  volti che dovevano essere riconoscibili come quello di Natuzza, di Mia Martini, di  Gianna Maria Canale e degli altri personaggi dei quali avevo documentazione.